Macellai da 4 generazioni
Dal bisnonno Francesco ai 40 anni di storia della macelleria Sitzia dei fratelli Angiargiu
Le origini: i primi macellai della famiglia Sitzia
La famiglia Sitzia ha una lunga tradizione di macellai e allevatori dagli anni '20 del Novecento.
Il primo macellaio di famiglia è il nonno paterno di Anna Rita, Francesco Sitzia, che aveva una bottega in via Marconi a Gonnosfanadiga. Padre di tre figli, due maschi e una femmina, Francesco era sposato con Giuliana Piras, una donna abile nel cucito e mediamente istruita per quel tempo, il cui padre era proprietario di una macelleria in via Nuoro (già vico III Cao Pinna, poi vico III Guglielmo Marconi).
Nella macelleria di Francesco Sitzia si vendevano soltanto pecore, capre, capretti e agnelli. Per l'approvvigionamento delle carni, si riforniva anche dall’altro nonno di Anna Rita, Salvatore Peddis, allevatore e padre della madre Agostina, morto all’età di 52 anni. A soli 54 anni, nel 1940, morì per un infarto anche Francesco Sitzia, mentre di notte riposava sotto la carretta in compagnia di un altro macellaio.
Per un breve periodo, anche il padre di Anna Rita, Antonio Sitzia, pastore, aveva portato avanti la macelleria di Francesco, insieme al fratello Agostino e a due collaboratori che lo aiutavano nella macellazione e nella vendita.
I più diffusi a quei tempi erano i tagli di carne da brodo e di animali anche di grossa taglia che privilegiavano le parti più grasse, considerate le più saporite.
Gli anni ‘60 e l’apertura del Mercato civico
Nel 1964 a Gonnosfanadiga apre il Mercato civico, nei locali di Vico Mercato, attuale sede degli ambulatori dei medici di base del paese.
Negli spazi concessi ai commercianti lavoravano, in uno stesso locale, il cognato di Anna Rita Sitzia, Angelo Sogus e un suo cugino, entrambi macellai, e una donna che vendeva pollame.
Dal 1966 inizia la macellazione e la vendita di carni bianche, come polli e galline. L'apertura del Mercato civico porta importanti cambiamenti: questi spazi, infatti, erano dotati di una piccola cella frigorifera per la conservazione delle carni, una novità per quei tempi.
Le offerte migliori venivano annunciate ad alta voce dal banditore, la forma di pubblicità più diffusa. Per farsi un’idea dei prezzi della carne, l’agnello costava 400 £/kg.
Nel Mercato civico si affermano come macellai la sorella di Anna Rita, Giuliana, e il cognato Angelo Sogus, che si dedica al mestiere di macellaio dopo il servizio militare. Giuliana, invece, comincia a lavorare in macelleria dal 1967, dopo aver prestato a lungo servizio come domestica. Anna Rita lavora con loro e apprende le basi del mestiere.
Angelo e Giuliana lavorano nel Mercato civico fino al 1973, quando decidono di aprire una macelleria in Piazza Olmo a Gonnosfanadiga.
Verso il progetto della macelleria di famiglia
Anna Rita Sitzia, dopo una breve esperienza lavorativa come domestica, inizia a interessarsi al settore delle carni. Giovanissima, all’età di 17 anni, osservando il cognato e la sorella, si appassiona al mestiere di macellaia e si occupa a tempo pieno della lavorazione e della vendita del pollame.
Negli anni settanta si passa da una prevalenza nel commercio delle carni bianche al crescente consumo di carne di suino: i prodotti più richiesti erano la pancetta e la salsiccia fresca.
Anna Rita consegue la licenza di esercizio per la vendita al dettaglio delle carni e continua a lavorare nello stesso locale del Mercato civico, divenendo titolare della macelleria, aiutata dal cognato Angelo e dal fidanzato Mariano Angiargiu, che sposerà nel 1982.
L'interesse di Mariano per questo settore si manifesta quando conosce Anna Rita: con impegno ed entusiasmo approfondisce le sue conoscenze, cimentandosi nella lavorazione e trasformazione delle carni, fresche e stagionate, dopo anni di lavoro in campagna e successivamente in una fabbrica di filati industriali a Villacidro, paese del Medio Campidano poco distante da Gonnosfanadiga.
La nuova rivendita di via Parrocchia
Dopo tredici anni di attività al Mercato civico, Anna Rita insieme a Mariano Angiargiu, co-titolare dell’attività commerciale, apre la macelleria in via Parrocchia.
Un anno di lavori e il progetto comune finalmente si concretizza: l’apertura dell’attività commerciale risale al 16 novembre 1981.
Sono anni in cui cambiano i consumi e la dieta alimentare, anche grazie al benessere portato dall’attività industriale dei paesi circostanti. Si acquistano più fettine di vitellone e agnelli, e non più, come agli inizi, soprattutto carne da brodo.
Non solo carni fresche: fin dai primi anni di attività la macelleria offre salumi e insaccati tipici locali, che ancora oggi rappresentano il fiore all’occhiello della nostra produzione artigianale.
Di madre (e padre) in figli: la nuova generazione al lavoro
Da novembre 2017, in continuità con l’attività dei genitori, Giorgio e Mauro Angiargiu sono subentrati come titolari dell’attività commerciale in via Parrocchia, oggi denominata Macelleria salumeria artigiana Sitzia dei F.lli Angiargiu Giorgio e Mauro Snc.
L’esperienza della madre Rita e del padre Mariano è preziosa ancora oggi per i consigli e il supporto offerto ai figli. Con la stessa passione dei genitori, del nonno e del bisnonno, i fratelli Angiargiu portano avanti una tradizione di famiglia che prosegue da 40 anni.
L’attività commerciale si avvale da alcuni anni del contributo di due dipendenti, Antonio e Stefano, può contare sull’aiuto di Gioia per l’innovazione sui preparati artigianali, mentre Elena, sorella di Giorgio e Mauro, si occupa a distanza delle attività di comunicazione.
Giorgio e Mauro selezionano di persona i migliori capi di bestiame, in stretta collaborazione con gli allevatori del Medio Campidano e del Sud Sardegna. Ogni giorno si occupano della lavorazione, trasformazione e preparazione di carni fresche, salumi ed insaccati, provvedendo al commercio dei prodotti all’ingrosso e al dettaglio.
Al primo posto la qualità delle carni e le ricette della tradizione, con un occhio sempre attento all’innovazione e una storia basata sul forte legame con il territorio.
Si ringrazia Giuliana Sitzia (nota Giulia) per la testimonianza sulla storia della famiglia Sitzia